Il progetto si concretizzerà fondamentalmente in attività performativa per lo specifico spazio dell’Appia Antica, la regina viarum, nel cui tratto iniziale (in prossimità dell'Urbe) viene identificato il Domine quo vadis? luogo dell'incontro-apparizione di Cristo a San Pietro con la presa di coscienza di quest'ultimo, che dopo l’incontro non fuggirà ma tornerà sui propri passi per accettare lo "scontro" con i Romani e, in effetti, l'esemplare martirio.
"CERCANDO DIO", è il titolo del progetto che vedrà affrontare un ricerca non di tipo librario o documentaristico, insomma di forma scientifica, ma in una formula esperienziale che si nutrirà di possibili incontri o mancati incontri, di reiterazioni e coincidenze. L'artista passerà molto tempo sulla strada (formalmente alla ricerca di Dio e, di fatto, quanto meno di esseri umani e natura). La strada anche dove non dotata di marciapiedi troverà nell'artista (presente sulla via almeno una volta la giorno per un periodo prefissato), una presenza che nella continuità del suo incedere da pedone, diverrà un segno.
L'autore si andrà rapportando a quanto gli succederà, accogliendo qualsiasi casualità gli si vada presentando, con lo scopo non celato di costituire egli stesso un segno anomalo lungo il tragitto, per gli altri, - presenza riconoscibile e non più casuale all'ennesimo incontro - nella prospettiva di chi percorre la strada in auto, sui bus e ancora a piedi.
Robert Walser è pertanto uno degli autori di riferimento letterario, per la sua modesta centralità dell'esperienza a misura di "animale" sotto il segno dell'umano (ozioso?) passeggiare.
L’obiettivo è di proporre un concept che non si paludi nella scienza ma che fondi nell'esperienza e nella metafisica il suo spettro di riferimento. In un'ansa che nutre da sempre il convenzionale approccio all'arte: nutrirsi del "caso" e dell'"imprevisto".
Il metodo in realtà trae ispirazione dai concetti oggi spesso trascurati o fraintesi di accoglienza e accettazione. Si punta intanto su una specifica tematica: la connessione con il paesaggio naturale, metropolitano o interiore che sia, argomento di volta in volta riattualizzato al presente in quanto sempre personalmente rielaborato dalla creatività, attraverso il proprio stile che coincide con il rintracciare frammentariamente dei moduli narrativi, minimi ed aperti.
Il media prediletto è in realtà un atteggiamento, un 'site specific', o meglio, 'context specific' che motiva un’esigenza questa, venuta alla luce grazie dall’urgente bisogno del nostro tempo di riavvicinare il proprio io in direzione di un genuino e sincero contatto con i luoghi e le loro sedimentazioni culturali che permeano le evoluzioni (gli adattamenti) naturali.
"CERCANDO DIO", è il titolo del progetto che vedrà affrontare un ricerca non di tipo librario o documentaristico, insomma di forma scientifica, ma in una formula esperienziale che si nutrirà di possibili incontri o mancati incontri, di reiterazioni e coincidenze. L'artista passerà molto tempo sulla strada (formalmente alla ricerca di Dio e, di fatto, quanto meno di esseri umani e natura). La strada anche dove non dotata di marciapiedi troverà nell'artista (presente sulla via almeno una volta la giorno per un periodo prefissato), una presenza che nella continuità del suo incedere da pedone, diverrà un segno.
L'autore si andrà rapportando a quanto gli succederà, accogliendo qualsiasi casualità gli si vada presentando, con lo scopo non celato di costituire egli stesso un segno anomalo lungo il tragitto, per gli altri, - presenza riconoscibile e non più casuale all'ennesimo incontro - nella prospettiva di chi percorre la strada in auto, sui bus e ancora a piedi.
Robert Walser è pertanto uno degli autori di riferimento letterario, per la sua modesta centralità dell'esperienza a misura di "animale" sotto il segno dell'umano (ozioso?) passeggiare.
L’obiettivo è di proporre un concept che non si paludi nella scienza ma che fondi nell'esperienza e nella metafisica il suo spettro di riferimento. In un'ansa che nutre da sempre il convenzionale approccio all'arte: nutrirsi del "caso" e dell'"imprevisto".
Il metodo in realtà trae ispirazione dai concetti oggi spesso trascurati o fraintesi di accoglienza e accettazione. Si punta intanto su una specifica tematica: la connessione con il paesaggio naturale, metropolitano o interiore che sia, argomento di volta in volta riattualizzato al presente in quanto sempre personalmente rielaborato dalla creatività, attraverso il proprio stile che coincide con il rintracciare frammentariamente dei moduli narrativi, minimi ed aperti.
Il media prediletto è in realtà un atteggiamento, un 'site specific', o meglio, 'context specific' che motiva un’esigenza questa, venuta alla luce grazie dall’urgente bisogno del nostro tempo di riavvicinare il proprio io in direzione di un genuino e sincero contatto con i luoghi e le loro sedimentazioni culturali che permeano le evoluzioni (gli adattamenti) naturali.